Intervista
Giuseppe Marasso – insegnante e agricoltore, pacifista, fondatore del Corpo Europeo della Pace
Descrizione- Podcast
È il 4 Novembre 1971 e, come da tradizione, nello scenario compreso tra Palazzo Reale e Palazzo Madama, si celebrano le Forze Armate e la vittoria della prima guerra mondiale. Un piccolo gruppo di pacifisti raggiunge piazza Castello. Intende contestare il ruolo dell’esercito, chiedere il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e proporre un’altra memoria, rispetto a una festa che esalta, come si legge in un volantino, «il massacro di milioni di persone, immolate al nazionalismo». Quando risuona l’inno italiano comincia la distribuzione del materiale antimilitarista. Dalla folla si levano grida ostili. «Viva gli obiettori di coscienza», rispondono i pacifisti. Alcuni neofascisti, mischiati tra gli ex combattenti, li aggrediscono con violenza. Le forze dell’ordine intervengono. Non fermano però l’aggressione, ma anch’esse si volgono contro i pacifisti. A Nanni Salio, che fotografa le scene di violenza con in braccio la figlioletta di due anni, la macchina viene strappata con veemenza: è portato via assieme ad altri tre, tutti membri del Corpo europeo della pace.
Il giorno successivo, il quotidiano «La Stampa» riferisce che addosso a uno di loro, Giuseppe Marasso, è stata trovata una mazza ferrata. Si tratta in realtà di un falso, fatto circolare dai carabinieri. Già durante la manifestazione avevano cercato di affibbiare un manganello a uno dei dimostranti, per sconfessare la natura pacifica della manifestazione. Persino la polizia smentisce il fatto. Marasso denuncia gli ufficiali dei carabinieri che avevano sottoscritto il verbale, ma il tentativo del sostituto procuratore di procedere per falso contro di loro viene fermato dal procuratore capo, che gli sottrae l’inchiesta. A finire alla sbarra sono solo i pacifisti. Cadono i capi di accusa più gravi, come adunata sediziosa, resistenza, lesioni, ma rimangono il vilipendio delle Forze Armate e della bandiera e l’istigazione dei militari a disobbedire alla legge. Sono complessivamente sei gli antimilitaristi denunciati. Nella successiva istruttoria la denuncia per la manifestazione del 4 novembre è accorpata a quella per altre iniziative precedenti e il numero degli accusati lievita fino a nove. A seguire la loro causa ci sono avvocati di primo piano della città di Torino, che hanno legato il proprio nome alla battaglia per i diritti: Giampaolo Zancan, Bianca Guidetti Serra, Maria Magnani Noya. Il giudizio arriverà solo nel 1975: due assoluzioni e sette condanne, a pochi mesi, con la condizionale. Si tratta comunque di una sentenza grave. Due anni dopo, in appello, verrà però ribaltata: tutti saranno infatti assolti.
Description - Podcast
In Italy, November the 4th is National Unity and Armed Forces Day. In 1971, in a demonstration held in the square between Palazzo Reale and Palazzo Madama, a small group of pacifists questioned the role of the Army and argued for the recognition of conscientious objection. They no longer wanted to celebrate, as stated in a flyer, “the massacre of millions of people, sacrificed to the cause of nationalism”. During the singing of the national anthem, the pacifists began distributing anti-militarist material and shouting “Long live the conscientious objectors”. The neo-fascists in the crowd launched a violent attack on the demonstrators. The police made things worse: they took away three members of the European Peace Corps and the photographer Nanni Salio, who was there with his two-year-old daughter. The next day “La Stampa” newspaper accused the pacifist Giuseppe Marasso of violent behaviour and wielding a club. It wasn’t true, so Marasso denounced the Carabinieri who had signed the report. Anyway, the only people who went to jail were the pacifists, nine in all, and the Armed Forces advanced criminal contempt proceedings against them, and accused them of inciting military officers to break the law. The pacifists were defended by the best lawyers in Turin: Giampaolo Zancan, Bianca Guidetti Serra, Maria Magnani Noya. They decided to support the battle for the right to conscientious objection. The trial was finally held in 1975, four years later: two of the accused were acquitted and seven sentenced to a few months imprisonment with a suspended sentence. But the appeal two years later ended with a verdict of not guilty for everyone.
Giuseppe Marasso – insegnante e agricoltore, pacifista, fondatore del Corpo Europeo della Pace
1.Volantini di gruppi politici e pacifisti torinesi contro le celebrazioni del 4 novembre (Mir Piemonte, ff. 73 e 77)
1. Leaflets from political and pacifist groups in Turin against the 4 November’s celebrations (Mir Piemonte, ff. 73 and 77)
2. Manifestazione di solidarietà con l’obiettore Giovanni Pistoi in vista del suo processo davanti al Tribunale militare (Mir Piemonte, f. 77)
2. Demonstration of solidarity with the objector Giovanni Pistoi for his trial at the Military Court (Mir Piemonte, f. 77)
3. Manifestazione in piazza Castello in solidarietà con l’obiettore Sergio Cremaschi, condannato dal Tribunale militare (Mir Roma, f. 288)
3. Demonstration in Piazza Castello in solidarity with the objector Sergio Cremaschi, sentenced by the Military Court (Mir Roma, f. 288)
4.Ritagli de «La Stampa» e della «Gazzetta del Popolo» sulla manifestazione e sugli scontri del 4 novembre 1971 (Mir Piemonte, ff. 84 e 163)
4. Articles from «La Stampa» and «Gazzetta del Popolo» on the demonstration and clashes of 4 November 1971 (Mir Piemonte, ff. 84 and 163)
5.Bozza della lettera manoscritta di Giuseppe Marasso al direttore de «La Stampa» sulle notizie riportate riguardo alla contro-celebrazione del 4 novembre. «La Stampa» aveva infatti diffuso la falsa informazione, fatta circolare dai carabinieri, che addosso a Giuseppe Marasso fosse stato trovato un manganello di ferro (Mir Piemonte, f. 163)
5. Draft of the handwritten letter from Giuseppe Marasso to the editor of “La Stampa” on the news about the counter-celebration on 4 November. “La Stampa” reported the false information, spread by the carabinieri, that an iron truncheon had been found on Giuseppe Marasso (Mir Piemonte, f. 163)
6.Memoria del prof. Giuseppe Marasso rivolta al suo preside sui fatti avvenuti in piazza Castello il 4 novembre 1971 (Mir Piemonte, f. 83)
6. Memoir by Professor Giuseppe Marasso to his headmaster on the events of 4 November 1971 in piazza Castello (Mir Piemonte, f. 83)
7.Ritaglio de «l’Unità» circa la sottrazione dell’inchiesta al sostituto procuratore che aveva deciso di procedere contro i carabinieri per falso (Mir Piemonte, f. 84)
7.Article from “l’Unità” about the removal of the investigation from the deputy prosecutor who decided to proceed against the carabinieri for forgery
8.Volantino sull’apertura del processo a nove antimilitaristi per le iniziative tenute in favore dell’obiezione di coscienza (Mir Piemonte, f. 89)
8. Leaflet on the opening of the trial of nine anti-militarists for their initiatives in favour of conscientious objection (Mir Piemonte, f. 89)
9.Dossier del Movimento antimilitarista internazionale sul processo per reati di opinione a otto antimilitaristi, datato 23 ottobre 1974 (Giovanni Salio, f. 27)
9. Dossier of the International Anti-Militarist Movement on the trial for crimes of opinion of eight anti-militarists, dated 23 October 1974 (Giovanni Salio, f. 27)
10.Carteggio tra Amnesty International e il Partito radicale relativo al processo a nove antimilitaristi torinesi. È composto di due lettere, una a firma di Angela Wright, l’altra di Cesare Pogliano (Mir Piemonte, f. 80)
10. Correspondence between Amnesty International and the Radical Party concerning the trial of nine anti-militarists in Turin. It consists of two letters, one signed by Angela Wright, the other by Cesare Pogliano (Mir Piemonte, f. 80)