Grand Hotel Sitea

via Carlo Alberto, 35

È un’estate torrida, quella della fine di luglio del 1950. Così la ricordano i partecipanti al convegno annuale del consiglio della War Resisters’ International. Fondata nel 1921 a Bilthoven, un piccolo paese olandese nei pressi di Utrecht, trasferitasi poi a Londra l’anno successivo, era diventata presto la più importante organizzazione internazionale di obiettori. Era la prima volta che il suo consiglio internazionale si riuniva in Italia. La scelta evidenziava che qualcosa in quegli anni era accaduto: improvvisamente, dopo i casi di Pietro Pinna, Elevoine Santi, dell’anarchico Pietro Ferrua e di Mario Barbani, l’obiezione di coscienza era diventata una questione discussa nel Paese. Come sede si era optato per Torino, dove si adoperavano a mantenere desta l’attenzione il mensile «L’Incontro», fondato dall’avvocato Bruno Segre, e l’attivismo del giovane Guido Ceronetti.

Così, nelle sale dell’hotel Sitea, dal pomeriggio del 29 luglio sino al pranzo del 31, un fitto programma di relazioni affronta la situazione dell’obiezione di coscienza ai quattro angoli del pianeta e le rinnovate tensioni tra oriente e occidente, esplose con la guerra di Corea. Un pomeriggio viene dedicato all’Italia: intervengono Segre, Ceronetti, Pietro Pinna, l’ex sacerdote Giovanni Pioli ed Edmondo Marcucci, intimo amico di Capitini. Fa una breve apparizione anche l’onorevole socialista Umberto Calosso, accompagnato da Giovanna Caleffi, vedova di Camillo Bernieri, l’intellettuale anarchico assassinato dai comunisti durante la guerra di Spagna. Qualche mese prima, assieme al cattolico Igino Giordani, Calosso ha presentato il primo progetto di legge sull’obiezione di coscienza. Anche lui è legato a Torino: da giovane aveva partecipato all’esperienza del gramsciano «Ordine Nuovo», di cui era stato redattore politico.

La partecipazione è modesta, ma la convivialità e le inedite possibilità di confronto con un «mondo internazionale» conosciuto solo attraverso le fotografie lasciano nei pacifisti italiani impressioni liete. «Ebbi modo di conoscere importanti membri e dirigenti di questa celebre associazione di obbiettori di coscienza», ricorda nelle sue memorie Edmondo Marcucci. E li rammenta uno a uno: miss Beaton, la segretaria della War Resisters’ International, una «donnina di mezz’età piccola di complessione, occhi chiari, dall’aria distinta e affabile», «interamente devota al suo lavoro, con instancabile attività, intelligenza e coraggio»; l’inglese Harold Bing, professore di storia, giovanissimo obiettore di coscienza durante la prima guerra mondiale; l’olandese Van Wijk, celebre avvocato difensore degli obiettori; lo scrittore anticolonialista Reginald Reynolds; Hem Day, «anarchico belga, editore e pubblicista»; l’indiana Sushila Nayar, stretta collaboratrice del Mahatma Gandhi; il francese Robert Porchet, che aveva disertato durante la prima guerra mondiale, dopo aver sentito un tedesco morente invocare «Mutti, Mutti»; «Mamma, mamma».

In the hot July of 1950, the Grand Hotel Sitea hosted the Annual meeting of the board of War Resisters’ International. Founded in 1921 in Bilthoven, a small Dutch town near Utrecht but moving to London the following year, the War Resisters had soon become the most important international organization for objectors. They had chosen Italy for their conference in 1950 because of the many Italian objectors who had come before the courts – for example, Pietro Pinna, Elevoine Santi, the anarchist Pietro Ferrua, and Mario Barbani – and they chose Turin in recognition of the work of monthly review “L’Incontro” founded and directed by the lawyer Bruno Segre and supported by the activism of the young poet Guido Ceronetti. Both did their best to keep conscientious objection in the public eye.
That summer the topic was the Korean War, but an entire afternoon was dedicated to Italy with speeches by Segre, Ceronetti, Pietro Pinna, the ex priest Giovanni Pioli and Edmondo Marcucci, a close friend of Capitini. The honourable member of the Socialist Party Umberto Calosso was also there with Giovanna Caleffi, the widow of Camillo Bernieri – an intellectual anarchist murdered by the Communists during the Spanish War. A few months earlier, together with the Catholic Igino Giordani, Calosso had presented the first draft law on conscientious objection to the Italian Parliament. When he was young, he had been the politcal editor of the Gramscian review “Ordine Nuovo” here in Turin.
Even if not many people attended the conference was modest, it was the first time that Italian pacifists felt part of a global network of grassroots anti-militarists. Edmondo Marcucci wrote: “I got to know important members of this famous Association of conscientious objectors: the secretary of War Resisters’ International, Miss Beaton, a nice middle-aged woman entirely devoted to her work, which she carries out with tireless energy, intelligence, and courage; the history professor Harold Bing, a young Englishman who was a conscientious objector during World War One; the Dutch Van Wijk, a famous defense lawyer for objectors; Reginald Reynolds, an anti-colonial writer; Hem Day, a Belgian anarchist, editor and publicist; the Indian Sushila Nayar, a close collaborator of Mahatma Gandhi; the Frenchman Robert Porchet, who had deserted during World War I after hearing a dying German invoke his mum.

Intervista

Bruno Segre – storico avvocato difensore degli obiettori di coscienza, fondatore e direttore, dal 1949 al 2018, del periodico «L’Incontro»

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